lunedì 17 aprile 2017

Vera e pura Aristocrazia...


Aristocrazia Europea ha deciso in maniera ufficiale di eliminare l'uso di titoli nobiliari, cavallereschi ed accademici come prassi per le proprie iniziative ma anche come consiglio generale ai propri associati. La proposta è venuta da colui che, in Italia, rappresenta, da sempre e più di tutti, il pensiero tradizionale ed aristocratico, ovvero dal nostro amatissimo Principe Sforza Ruspoli ed è subito stata accolta dal nostro bravo presidente Ezra Foscari e da tutto il comitato d'onore. Verificare, distinguere e specificare la legittimità di titoli nobiliari e cavallereschi è operazione assai complicata e delicata che giustamente merita di essere affidata ai pochi seri studiosi che si occupano di archivistica, storia, diritto, genealogia, nobiltà, araldica e ordini cavallereschi. Fra questi, Pier Felice Degli Uberti è certamente uno dei più stimati e riconosciuti al mondo.
Le storie dei popoli europei sono diverse fra loro, anche gli specifici usi e consuetudini in questo campo e la loro interpretazione. Faccio sempre l'esempio della mia famiglia: il Regno d'Italia ci ha riconosciuto, solo nel 1900, un generico "More Nobilium" ma nelle nostre Alpi Walser siamo sempre stati Freiherr e, anche sul versante italiano, almeno dal 1700, abbiamo sempre usato pubblicamente le corrispettive insegne baronali, ancora ben visibili su alcune nostre proprietà. Trattasi di problematiche comuni a tutte le minoranze etniche italiane, dagli occitani al nord ovest agli albanesi nel sud est. Poi vi sono le antiche case sovrane rinascimentali, e gli eredi, veri e presunti, degli Svevi, degli Altavilla, degli Aragonesi e degli imperatori di Bisanzio, con tutte le loro tradizioni ortodosse di adozione araldica e riconoscimento patriarcale. Per non parlare della ventina di confraternite templari, alcune sicuramente serie e benemerite. La cosa più corretta per fare chiarezza sarebbe che ognuno specificasse sempre anno ed autorità di concessione del titolo: un conte fatto tale da Re Umberto II in esilio, non è certo equiparabile ad un nobile del Sacro Romano Impero, come non lo è un cavaliere di onore e devozione SMOM con una gran croce dell'ordine di San Lazzaro di Gerusalemme.
Ma Aristocrazia Europea nasce non per occuparsi di queste pur interessanti cose formali, ma per portarne avanti la sostanza culturale, filosofica e spirituale: valori, principi, stili di vita, proposte e iniziative concrete, oserei dire metapolitiche. Quindi giusto levarci questi orpelli, tornare nudi cavalieri con solo saio crociato, rosario e spada: via la zavorra per volare più in alto! Trovo sia simbolico e bene augurante che questo importante passaggio di rinascita sia stato fatto proprio durante la Santa Pasqua di resurrezione che, quest'anno, peraltro, è festeggiata insieme da tutti i cristiani, da noi cattolici e dai nostri fratelli ortodossi. E la nostra aquila di Aristocrazia Europea è volutamente bicipite ed euroasiatica con due teste che guardano una vigile ad occidente e l'altra speranzosa ad oriente, ai miti di Costantinopoli Bisanzio e di Gerusalemme crociata, ma anche alla rinata Russia cristiana e imperiale, deciso baluardo di civiltà, in difesa della tradizione, della legge naturale e della famiglia.
ROBERTO JONGHI LAVARINI

1 commento:

  1. Stupendo, magnifico! Sono molto contento de fare la vostra conoscenza.
    Emilio Bernal Labrada

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